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23 maggio, il vescovo Giuseppe: “Dobbiamo sottrarre alla mafia quel rispetto che essa pretende, scegliamo la luce”

23 maggio, il vescovo Giuseppe: “Dobbiamo sottrarre alla mafia quel rispetto che essa pretende, scegliamo la luce”

Sono passati 33 anni da quel funesto 1992, dall’attentato di Capaci e dalla strage di Via D’Amelio, in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, uomini e donne delle rispettive scorte.

Oggi, a distanza di tanti anni, il loro ricordo è più vivo che mai, in particolar modo in questo giorno in cui si commemorano le vittime di tutte le mafie. Ed è proprio oggi che si grida, ancor più forte, un secco NO alla mafia, prendendo le distanze da coloro che vivono nelle tenebre. È questo l’invito e il grido forte del nostro vescovo, S.E.R. monsignor Giuseppe Marciante, intervenuto questa mattina in Piazza Duomo a Cefalù, alla manifestazione con le scuole della città.

“Voi sapete – ha detto il vescovo – che i mafiosi si definiscono ‘uomini di rispetto’, ma noi dobbiamo togliere ogni forma di rispetto alla mafia. Nessun rispetto, assolutamente. Dobbiamo sottrarre alla mafia quel rispetto che essa pretende, perché per loro il rispetto significa sottomissione, significa incutere paura. E la sottomissione, per loro, è sinonimo di illegalità. La nostra posizione, – ha proseguito – invece, è molto diversa. È la posizione di chi ha dato anche la vita per difenderci, per affermare la legalità nel nostro Paese. Nella lotta contro la mafia, molti uomini e donne – veri martiri – hanno sacrificato la propria vita per noi.
Oggi, leggendo il Vangelo, ho ritrovato le parole di Gesù: «Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici». Noi abbiamo visto tanti che hanno dato la vita per noi, e questo è l’amore più grande. Più di così non si può dare: si dona la vita.”

L’esempio di Pio La Torre e il gesto di Papa Fresco

Ci sono state tante persone che hanno lottato contro la malavita organizzata, tanti siciliani che hanno scelto di stare “dalla parte della luce”, tra questi Pio La Torre, il quale “colpì la mafia togliendole i beni. Questo – ha continuato Marciante – è stato un gesto forte, un segno chiaro di sconfitta per chi pretende rispetto e potere.
Togliere alla mafia il potere economico è stato, ed è, una delle conquiste più importanti della nostra legislazione. Una legislazione che, ad oggi, è tra le più avanzate nel contrasto alla criminalità organizzata
“.

Ma non solo. Anche la Chiesa, infatti, ha preso una posizione netta, prendendo le distanze dalla mafia. Basti pensare al duro anatema di Papa Giovanni Paolo II il 9 maggio 1993, nel suo celebre discorso alla Valle dei Templi di Agrigento, e ancora al compianto e amato Papa Francesco. Proprio quest’ultimo ha voluto scomunicare i mafiosi: “La scomunica – ha proseguito il vescovo – significa che il mafioso perde il diritto ai funerali religiosi, che non ha più credibilità davanti alla comunità cristiana, oltre che a quella civile. E significa anche che non può più fare da padrino in alcun contesto”.

La piaga del crack tra i giovani

Sono tanti oggi, i giovani che purtroppo fanno uso di sostanze stupefacenti a basso costo che creano dipendenza e seminano morte. Uno di questi è il crack. Uno stupefacente facile da reperire, molto in voga negli ultimi anni. Tuttavia, ci sono tanti giovani, fortunatamente, che scelgono la vita alla morte e così anche la legalità: “Un giovane che non consuma droga, che rifiuta il crack, – ha concluso Marciante – è un giovane che ha preso chiaramente le distanze dalla mafia. Qui, in questa splendida piazza di Cefalù, davanti a uno dei simboli della nostra identità – la nostra cattedrale – la vostra presenza è un gesto forte, un segno chiaro. È una dichiarazione di parte: Da che parte stai? La vostra presenza dice: Io so da che parte stare. E l’alternativa è netta: o si sta dalla parte della luce, o dalla parte delle tenebre. Dalla parte del bene o del male. Dalla parte della giustizia o della corruzione. Voi avete fatto la vostra scelta. State dalla parte della luce, non delle tenebre. Dalla parte del bene, non del male. Dalla parte della giustizia, non dell’illegalità. Dalla parte dei cittadini liberi, non della mafia. Questo è il segno forte che oggi state dando”.

Sulla stessa linea il sindaco Tumminello il quale ha ricordato il sacrificio degli agenti caduti nella strage di Capaci il 23 maggio 1992: “chi pensa che lo Stato è immobile, si sta sbagliando. Ma lo stato ha bisogno di cittadini onesti e ha bisogno di coscienza e consapevolezza. Il ricordo di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo, della scorta, dei poliziotti e dei carabinieri caduti nel servizio del loro dovere, questa città dedica oggi un applauso e la memoria”.

Intanto, la Regione sta lavorando all’approvazione della legge anti crack, per contrastare la diffusione delle droghe ma anche prevenire e accompagnare giovani e famiglie che sono nel tunnel della dipendenza. Per l’arcivescovo di Palermo S.E.R. monsignor Corrado Lorefice, mancano i decreti attuativi, come ha ricordato durante una manifestazione a Bagheria, dall’assessorato reale alla salute, con una nota del 17 marzo 2025 ha precisato che i tempi di attuazione sono in linea con quanto previsto dalla normativa. Qualsiasi cosa serva, l’imperativo è solo uno: fare presto!

Giovanni Azzara

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