La speranza cristiana abbraccia anche la certezza che la nostra preghiera giunge fino al cospetto di Dio. Quale preghiera? Quella del povero.
Ricorre oggi, domenica 17 novembre 2024, l’VIII GIORNATA MONDIALE DEI POVERI una delle iniziative nate dal Giubileo della Misericordia (2015), affinché la Chiesa, attraverso le azioni tangibili delle comunità cristiane, diventi sempre più segno della carità di Cristo verso gli ultimi e i bisognosi. Questa Giornata si propone di incoraggiare innanzitutto i fedeli a opporsi alla cultura dello scarto e dello spreco, abbracciando invece la cultura dell’incontro.
Quest’anno, in occasione dell’apertura dell’Anno Pastorale 2024/2025, S.E.R. monsignor Giuseppe Marciante ha donato a tutta la diocesi la sua lettera pastorale dal titolo “Non lasciamoli soli”. Incentrata proprio sulla Chiesa che “organizza la speranza” ascoltando il magistero dei poveri. “La chiesa in uscita – scrive il vescovo – deve arrivare a tutti senza eccezioni, ma i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo e l’evangelizzazione (riprendendo l’Evangelii Gaudium di Papa Francesco) rivolta gratuitamente ad essi è segno del Regno che Gesù è venuto a portare. Occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli soli”.
Tutta la lettera pastorale è quindi imperniata sul tema dei poveri e tiene in considerazione due eventi importanti di quest’anno: il primo, già compiuto ovvero il pellegrinaggio ad Assisi il 4 e 5 ottobre e poi il Giubileo ordinario che in diocesi avrà inizio il prossimo 29 dicembre 2024.
“Chi è povero – scrive ancora Marciante in uno dei passaggi della lettera pastorale – prova la stessa solitudine vissuta da Gesù nell’orto del Getsemani, cerca solo amici con cui condividere quel momento di angoscia. Così i poveri chiedono fraternità, condivisione, compagnia. I poveri sono un impegno perché ci chiamano a fare strada con loro, a stargli accanto. Chiedono condivisione, non l’elemosina. Incontrare un povero e prendersene cura è impegnativo“.
Isaia afferma una cosa molto interessante: “Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete il povero”. E l’uomo cosa fa? Tutto il contrario di quello che le Sacre Scritture ci hanno sempre insegnato, lo stiamo vedendo sotto i nostri occhi, ci sono guerre in ogni dove nel mondo, una sorta di caos legato a quell’insulso denaro che porta ricchezza a chi possiede tanto, e sprofondare nelle tenebre a chi invece si trova già in basso, spesso senza essere visto da chi gli sta accanto. La povertà non è quindi una colpa, ci possono essere piccoli o grandi errori (errare humanum est) ma tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita, diritto al lavoro, diritto ad essere persone normali, esseri umani.
In Italia sempre meno bambini e sempre più poveri (AL SUD)
In questi giorni, Save the Children ha stilato un rapporto davvero preoccupante. Nel 2023 infatti, l’Italia ha conosciuto un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati mentre la povertà continua a colpire i minori, i più piccoli in particolare: il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta, e circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni.Oltre la metà risiede nel Mezzogiorno (Sud e isole), dove la percentuale sale al 12,9%. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno.
La Caritas diocesana di Cefalù, in questi anni ha lavorato alacremente in sinergia con il vescovo per portare sollievo a tutti coloro che hanno rischiesto aiuto. Sono tanti i progetti messi in campo, divenendo così dunque uno strumento vibrante di animazione pastorale e civile per tutta la comunità diocesana, consapevole che i tempi sono difficili e segnati purtroppo da profonde crisi economiche e sociali. che sono sotto gli occhi di tutti.
Siamo dunque chiamati in ogni circostanza ad essere amici dei poveri, seguendo le orme di Gesù che per primo si è fatto solidale con gli ultimi, pertanto NON LASCIAMOLI SOLI.
Giovanni Azzara
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