Una celebrazione carica di significato e di intensa spiritualità si è svolta in Cattedrale oggi pomeriggio, in occasione del Giubileo dei Ministeri Laicali. La solenne Eucaristia è stata presieduta da S.E.R. Monsignor Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù, nel giorno in cui la diocesi ha festeggiato anche l’anniversario della dedicazione della Chiesa Cattedrale, avvenuta nel 1267. La liturgia, posticipata dal 10 aprile a causa della concomitanza con la Domenica delle Palme, è stata celebrata il 30 aprile, unendo così due eventi di particolare rilievo per la comunità diocesana.
Ministri straordinari della Comunione, lettori, lettrici, accoliti, accolite e catechisti si sono ritrovati in pellegrinaggio giubilare verso la Cattedrale, cuore pulsante della diocesi, per vivere insieme un momento di ringraziamento, di rinnovata consapevolezza del proprio servizio e di comunione ecclesiale.
Nel corso della sua omelia, Mons. Marciante ha guidato i presenti in una profonda riflessione sul senso del pellegrinaggio e sulla simbologia della Gerusalemme celeste, ispirandosi alle Scritture e in particolare al libro dell’Apocalisse. “Anche noi oggi – ha detto – siamo in pellegrinaggio verso la Chiesa madre, immagine della nuova Gerusalemme, città santa che scende dal cielo, ricolma della gloria di Dio e pronta ad accogliere tutti come fratelli”.
Il Vescovo ha poi sottolineato come la Cattedrale non sia solo un edificio ma simbolo visibile della comunione ecclesiale, luogo dove risplende la “trasparenza della presenza di Dio”. Un invito rivolto a tutte le comunità a interrogarsi: “Le nostre parrocchie, la nostra diocesi, sono davvero trasparenti? Lasciano intravedere Dio?”.
Richiamando il Vangelo e la liturgia ebraica della festa delle Capanne, Mons. Marciante ha evidenziato la dimensione spirituale dell’acqua viva, simbolo dello Spirito Santo, e ha ricordato che il pellegrinaggio del popolo ebraico a Gerusalemme era anche un pellegrinaggio verso il dono dello Spirito. Allo stesso modo, ha detto, la Chiesa pellegrina verso la Cattedrale è in cammino per ricevere nuovamente lo Spirito del Cristo risorto.
Nel cuore dell’omelia, il Vescovo ha offerto una visione teologica e profetica della Chiesa come città dell’accoglienza, della fraternità e della pace, contrapposta alla città di Caino, simbolo di esclusione e di violenza. “Le mura della nuova Gerusalemme – ha spiegato – non sono fatte per respingere, ma per favorire l’incontro. Le sue porte sono sempre aperte, perché non c’è più la notte: Dio stesso è luce perenne”.
La celebrazione si è conclusa con un forte invito ai ministri istituiti e straordinari a vivere il proprio servizio come testimonianza di amore e di bellezza. “Il vostro ministero – ha detto Mons. Marciante – deve far risplendere le nostre chiese di bellezza, ma non di una bellezza mondana: la bellezza dell’amore. La vera civiltà che siamo chiamati a costruire è quella dell’amore”.
In un tempo segnato da crisi e conflitti, l’immagine della Gerusalemme nuova come modello per la convivenza umana è diventata il cuore profetico di una celebrazione intensa e partecipata, che ha lasciato nei fedeli un rinnovato desiderio di camminare insieme, ministri e popolo, nella luce dello Spirito.
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