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A partire… dalle “umane” briciole eucaristiche …

A partire… dalle “umane” briciole eucaristiche …

Cara Comunità di Collesano, Cara Comunità di Scillato, ci stiamo preparando a celebrare la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. La macchina dei preparativi è già in moto: altarini, fiori, coperte, piante, strade che profumano di incantevole pulizia.

Tutto questo ci commuove profondamente. Sono i segni loquaci della bellezza della nostra fede nell’Eucarestia. Del nostro credere che il Signore è venuto ad abitare nella terra degli uomini. In un pezzo di Pane. Pane Spezzato. E il pane ci fa subito pensare alle molliche, alle briciole. Quelle che i nostri nonni ci invitavano a non buttare. Ma a raccogliere. A prendere tra le mani. Perché preziose. Anche noi, cara sorella e caro fratello, siamo delle “umane” briciole eucaristiche. Lo siamo tutti. E vorremmo che quest’anno a fare “lievitare” evangelicamente la nostra fede nell’Eucarestia fosse il ricordo di tutte quelle “umane” briciole eucaristiche più fragili. Quelle che si sono “sbriciolate”. Che sono scomparse dalla madia della storia. Delle relazioni. Della comunità. Perché scartate. Una di queste, una tra le tantissime è Andrea Spazzacatena. Si è tolto la vita. A soli 15 anni. A Roma. Era il novembre del 2012. È stata una vittima del bullismo. A scuola.

I compagni di classe avevano creato una pagina Facebook contro di lui. Lo etichettarono come “il ragazzo dai pantaloni rosa”. Dopo la sua morte la madre ha scoperto dal suo profilo social che Andrea era vittima di cyberbullismo. Ci viene in mente una bellissima poesia di Alda Merini. “Io ero un uccello dal bianco ventre gentile: qualcuno mi ha strappato le ali. Io ero un gabbiano grande e volteggiavo sui mari: qualcuno ha fermato il mio viaggio. Senza nessuna carità”. Dalla drammatica storia di Andrea è stato tratto un film. La canzone di Arisa ”Canta ancora” ne fa meravigliosamente da colonna sonora.

Arisa ha voluto dedicare questa canzone a tutte le mamme che portano sulle spalle il peso del mondo per i propri figli e che farebbero qualsiasi cosa per proteggerli. Ma che in certi momenti si trovano impotenti di fronte all’odio e all’ignoranza. La loro bellezza e la loro forza, anche nel dolore più atroce, non svanisce mai. Perché una madre non smette mai di abbracciare il proprio figlio: la sua più bella “umana” briciola eucaristica. Ascoltiamo insieme la canzone di Arisa.

Troviamo ispirazione per la nostra preghiera in preparazione a questa bellissima festa. Dove le “umane” briciole eucaristiche più fragili ci fanno ascoltare il grido muto delle generazione dei nostri adolescenti. A noi il compito di trasformarlo in un grido. Ma di luce.

Don Franco e Don Matteo