Una mattina carica di spiritualità e significato quella vissuta oggi a Geraci Siculo in occasione della festa del Santissimo Crocifisso. A presiedere la solenne celebrazione eucaristica, il vescovo S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante, che con intensa partecipazione ha offerto ai fedeli un’articolata riflessione teologica, storica e spirituale sulla Croce di Cristo, cuore pulsante della fede cristiana.
L’omelia del vescovo si è aperta con un sentito ringraziamento ai presenti, tra cui autorità civili, religiose e rappresentanti dell’Associazione delle Città del Crocifisso. Un richiamo forte alla necessità di mettere Cristo crocifisso al centro della vita comunitaria e personale: “Una città che mette al centro il Crocifisso è una città della grazia, della speranza, della vera magia evangelica”, ha detto Marciante, rielaborando con forza poetica il simbolismo cristiano.
Il vescovo ha poi tracciato un cammino spirituale e teologico che ha attraversato la Scrittura, la tradizione patristica e la mistica della spiritualità ignaziana e barocca. Ha descritto la Croce come l’albero della vita, contrapponendola all’albero della disobbedienza dell’Eden: “Dall’albero del peccato alla Croce della salvezza. È da lì che nasce la Chiesa, come Eva fu tratta dal costato di Adamo, così la Chiesa è generata dal costato trafitto di Cristo”.
Simbolo di amore, regalità e sacrificio
Monsignor Marciante ha illustrato quindi e molteplici significati simbolici della Croce: talamo nuziale, luogo dello sposalizio tra Cristo e la Chiesa; trono regale, su cui Cristo regna non con potere ma con amore; altare sacrificale, su cui l’Agnello di Dio si offre per la salvezza del mondo. “Sulla Croce il pastore si fa agnello – ha detto – e con amore gratuito porta su di sé il peso del peccato e della sofferenza umana”. Il vescovo ha poi proposto una lettura storica della devozione alla Croce, richiamando eventi significativi come il ritrovamento della Vera Croce e il suo recupero da parte dell’Imperatore Eraclio, fino a giungere alla profonda riflessione maturata in epoca barocca, con particolare riferimento agli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola e alla spiritualità di San Carlo Borromeo. “Nella contemplazione del Crocifisso – ha ricordato – non si tratta solo di guardare una immagine, ma di partecipare interiormente ai sentimenti di Gesù, lasciandosi plasmare dal suo amore”.
Un messaggio per il presente e un appello alle Istituzioni
Monsignor Marciante ha concluso con un accorato invito alla speranza: “Celebrare la Croce durante il tempo pasquale ci fa cogliere il suo significato più profondo: non è più solo il segno della morte, ma l’anticipo della Risurrezione, la pietra che apre alla vita nuova”. Ha quindi auspicato che la comunità di Geraci continui a custodire e trasmettere questa intensa religiosità popolare, fatta di segni, tradizioni e fede vissuta con semplicità e autenticità. Non è mancato, infine, un appello alle istituzioni regionali e nazionali affinché non abbandonino i piccoli centri come Geraci Siculo, ma li sostengano nello sforzo di conservare e valorizzare il loro patrimonio spirituale e culturale. Il vescovo ha espresso fiducia nell’impegno delle autorità locali e atteso con gioia i prossimi eventi legati alla festa, come la tradizionale cavalcata, segno di un’identità viva e resistente.
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