Geraci Siculo si è svegliata oggi immersa in un’atmosfera di attesa e devozione. Nella Chiesa Madre, gremita di fedeli e pastori in abito tradizionale, il Vescovo Giuseppe ha celebrato la Santa Messa che ha dato avvio a una delle manifestazioni più sentite e identitarie del territorio: la “Carvaccata di Vistiamara”, in programma nel pomeriggio.
Una festa antica e profonda, che affondando le radici nel passato, vuole essere un ringraziamento dei pastori al Santissimo Sacramento, espressa attraverso una sfilata a cavallo per le vie del paese. La Carvaccata, che di norma si svolge ogni 7 anni, quest’anno assume un valore più importante perché si è svolta dopo 14 anni, grazie l’impegno del parroco, don Santino Scileppi, dell’amministrazione comunale, degli stessi pastori e del vescovo stesso che più volte ha esortato a riprendere questa antica tradizione.
I pastori, vestiti con i costumi tradizionali, sfilano in un ordine simbolico preciso: prima i bambini, poi i giovani, gli adulti e infine gli anziani, tra cui spicca la figura del “Cassiere”, che porta l’“Antisfera”. Tutti reggono con la sinistra l’offerta: colombi, cavallucci e daini di caciocavallo, fasci di ceri e paramenti sacri, simboli di fede, lavoro e gratitudine. La sfilata è preceduta da un araldo trombettiere con stendardo, che apre solennemente il cammino.
Durante l’omelia, il Vescovo ha ricordato con forza che questa manifestazione è prima di tutto un atto di fede: “Il dono è gradito a Dio perché fatto con fede. Così, la stessa cavalcata senza una fede, sarebbe solo folklore e non un atto di fede e di amore per Dio”. Ha poi lanciato un appello accorato alla politica e alla comunità intera: “I giovani che ci sono, i pochi che ci sono, rischiano di andare via. Se la politica abbandonerà le nostre terre. Esse sono destinate a rimanere senza figli, senza vita. Se un giorno non si farà più la ‘Carvaccata’, vorrà dire che Geraci sarà morta. Ecco perché vi esorto a continuare la tradizione e a tramandarla ai giovani”. Un passaggio toccante, che ha acceso l’emozione tra i presenti, soprattutto alla vista dei molti giovani pastori che oggi, hanno scelto di abbracciare e portare avanti il mestiere e la tradizione.
Al termine della giornata, i pastori si sono raccolti in preghiera davanti al Santissimo sacramento e hanno portato le loro offerte al vescovo che ha impartito su tutti la Benedizione Eucaristica.
Per comprendere davvero questa celebrazione, non basta leggerla: bisogna viverla, tra il suono degli zoccoli e i silenzi delle Madonie, dove il passato non è nostalgia ma radice viva di una comunità che resiste e crede.