Una Chiesa pronta ad accogliere e a non lasciare soli i fratelli più piccoli, poveri e spesso invisibili: questo è l’appello rivolto dal vescovo di Cefalù, S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante, nella sua ultima lettera pastorale dal titolo “Non lasciamoli soli”.
E questo è quanto si è realizzato nella celebrazione eucaristica dell’11 maggio scorso presieduta dal vescovo di Cefalù nella Cappella della Casa Circondariale “Pagliarelli – Antonio Lorusso” di Palermo. Il dono di indumenti nuovi, frutto della Quaresima di Carità di tante Parrocchie della Diocesi di Cefalù ai detenuti per il tramite del cappellano Fra Loris d’Alessandro, ofm e dei volontari del guardaroba del carcere di Pagliarelli di Palermo, ha permesso alla Chiesa di Cefalù, in tempo di Giubileo, di porsi accanto ai poveri, ai piccoli, ai tanti dimenticati ed invisibili.
Nell’omelia il vescovo Marciante ha ricordato come l’Amore di Dio è per ciascuno ed è Amore di un Padre, che nessuno abbandona e, attraverso il Figlio, il Pastore bello e buono, tutti chiama per nome e si pone sulle spalle. Il vescovo ha ringraziato la Direttrice del Carcere, la Dott.ssa Maria Luisa Malato, e quanti hanno permesso la celebrazione eucaristica. Il vescovo ha quindi ringraziato la Direttrice del Carcere, la Dott.ssa Maria Luisa Malato, la Caritas diocesana nella persona del Direttore, il Diac. Gandolfo Sausa, e quanti hanno permesso la celebrazione eucaristica.
“Duplice – ha detto al nostro giornale il diacono Sausa – è il mio grazie: innanzitutto al Vescovo che ha indicato alla Caritas diocesana i detenuti del carcere di Pagliarelli come i piccoli da attenzionare per la Quaresima di carità della Chiesa di Cefalù e da non lasciare soli e poi a tutte le comunità parrocchiali e agli operatori della Caritas Parrocchiali per essere prodigati nella Raccolta di indumenti nuovi. Sottolineo nuovi perché al povero che è Gesù stesso va dato tutto quanto si ha per vivere e non il superfluo, prendendo esempio dalla donna anziana elogiata da Gesù nel Tempio per la sua elemosina. Questo – ha concluso – segna l’inizio per la nostra Chiesa di una collaborazione innanzitutto con il Cappellano Fra Loris del carcere di Palermo per andare incontro e lasciarci incontrare dalle famiglie della nostra diocesi che stanno facendo esperienza del carcere”.
Essa si pone infatti come l’inizio di un cammino per la Chiesa di Cefalù per stare accanto non solo ai detenuti, in particolare a quanti provengono dal territorio della Diocesi, ma anche alle loro famiglie.
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