Tra fede, devozione e partecipazione popolare, la città di Messina ha reso omaggio alla sua Patrona, la Madonna della Lettera, con il solenne pontificale presieduto dal nostro vescovo S.E.R. monsignor Giuseppe Marciante nella splendida Cattedrale della città dello Stretto.
La giornata di festa, tra le più sentite dalla comunità messinese, è iniziata con l’atto di intronizzazione del capello della Vergine all’interno della “pigna”, posta sulla sommità del fercolo realizzato dallo scultore Lio Gangeri e ornato per l’occasione con ben 450 rose. Un gesto simbolico e carico di significato che ha dato il via alle celebrazioni liturgiche. La Santa Messa è stata concelebrata dall’arcivescovo metropolita di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, monsignor Giovanni Accolla, dal vescovo ausiliare monsignor Cesare Di Pietro, dal vescovo di Nicosia monsignor Giuseppe Schillaci e dall’arcivescovo emerito di Reggio Calabria-Bova, monsignor Vittorio Mondello.
Durante l’omelia, monsignor Marciante ha richiamato il valore spirituale dell’affidarsi a Maria: “Consegnandoci nelle mani di Maria – ha detto – possiamo diventare noi la lettera scritta, come dice l’apostolo Paolo: È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani”, un invito a lasciarsi trasformare dalla fede, divenendo testimoni viventi del Vangelo.
Un’antichissima devozione
Le origini del culto affondano nella tradizione cristiana più antica. Secondo quanto tramandato, nel 42 d.C. un’ambasceria di messinesi – composta da Girolamo Origgiano, Marcello Benefacite, Centurione Mulè e Ottavio Brizio – si recò in Palestina per rendere omaggio alla Vergine, dopo essere stata illuminata dalla predicazione dell’apostolo Paolo nel villaggio di Briga Marina.
Maria accolse gli ambasciatori e affidò loro una Lettera scritta di suo pugno il 3 giugno, nella quale benediceva la città e prometteva la sua perpetua protezione. Alla Lettera, la Madonna legò alcuni suoi capelli, che costituiscono tutt’oggi una delle reliquie più venerate dai messinesi. L’ambasceria rientrò a Messina l’8 settembre dello stesso anno, portando con sé il prezioso manoscritto, oggi purtroppo perduto. A testimonianza di questa devozione secolare, molti cittadini di Messina portano ancora oggi i nomi di Letterio e Letteria, affettuosamente detti “Lillo” e “Lilla”, celebrando l’onomastico il 3 giugno, data in cui si svolge la tradizionale processione del fercolo per le vie della città.
In questa giornata speciale, anche il dipinto della Madonna della Lettera col Bambino, sull’altare maggiore della Cattedrale, viene rivestito con la preziosa Manta d’oro, realizzata da Innocenzo Mangani nel 1666 e custodita nel Tesoro del Duomo. Un segno di venerazione che unisce arte, storia e fede nel cuore della città dello Stretto.
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