Fabrizio Corona: una triste vetrina per le Madonie

Fabrizio Corona: una triste vetrina per le Madonie

Dal blog di don Giuseppe Amato

Il silenzio invernale e, nello stesso tempo infernale, delle Madonie, sabato sera, è stato turbato da una fiumana di giovani e meno giovani che si è accalcata nei luoghi che hanno organizzato l’ospitata di Fabrizio Corona.
Avevo deciso di non scrivere nulla sul personaggio trovandolo talmente vuoto da non meritare lo sforzo della mia penna e rimarrò fedele al mio proposito.
Tuttavia, alcuni amici, mi hanno stuzzicato, le risonanze sulla serata hanno messo in moto il mio sentimento critico ed eccomi qui, come forse altri hanno fatto, a condividere le mie impressioni cercando di non cadere nell’errore di demonizzare quanti hanno scelto di prendere parte alla serata.

L’evento è stato organizzato da privati e ha coinvolto tanta gente che non seguendo Sanremo, privato delle emozioni di “C’è Posta per te”, non avendo altro da fare, si è riversata nei noti locali per vedere l’esibizione che Corona ha fatto di sé stesso. Se qualcuno si aspettava qualche scoop bollente, è rimasto deluso, come quelli che si appettavano di sentirlo parlare. D’altra parte, cosa poteva avere di tanto interessante da dire? Ciò che mi ha fatto riflettere è il perché una tale iniziativa ha avuto una così grande risonanza. Viviamo sulle Madonie, non abbiamo un ospedale, la viabilità è fortemente compromessa, l’unico cinema rimasto è il rifugio dei resilienti appassionati di quest’arte ormai in via d’estinzione. Non abbiamo un teatro o, meglio, quelli che ci sono si prestano a far da modeste scenografie a qualche iniziativa istituzionale, la destagionalizzazione dell’offerta culturale è un miraggio, le amministrazioni comunali concentrano i loro esigui sforzi, spesso scevri di originalità e fantasia, nelle ricorrenze: cartelloni natalizi, estivi, sagre e feste paesane, il turismo invernale a Piano battaglia ha lo stesso amaro sapore della sorte toccata a Roccaraso.

Eppure, i nostri paesi vantano la presenza di numerose Associazioni culturali che, ahimè, non sono in grado di produrre niente senza il compenso del denaro pubblico o, se spronate, agiscono per compiacere il governante di turno. Insomma, in mezzo a tanto torpore culturale, politico e sociale, l’avvento di Fabrizio Corona è stato presentato come una manna dal cielo, il riempimento di una delle tante serate della movida paesana che di solito scorre come i litri di alcol consumati, la possibilità di una vetrina per le Madonie (in declino), se solo avesse saputo dove si trova Petralia Sottana e Bivio Madonnuzza, di certo non in provincia di Catania.

Nelle Madonie c’è un sostrato che non ha bisogno del Fabrizio Corona di turno per emergere, per mostrare arte e bellezza, che non si adegua alla massificazione digitale e commerciale, ma che viene continuamente ignorato, messo da parte, non promosso adeguatamente e che non trova altra soluzione che lasciare questa terra impoverendola sempre di più, in attesa di un altro sedicente VIP che per un quarto d’ora accenda le luci della sua triste vetrina.

Don Giuseppe Amato

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