Cefalù ha celebrato la Solennità del Corpus Domini, una delle solennità più importanti dell’Anno Liturgico, memoria viva del mistero che è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana”.
Presieduta da S.E. Rev.ma monsignor Giuseppe Marciante, la Celebrazione e la Processione Eucaristica hanno visto la partecipazione dei parroci e dei sacerdoti della città, delle autorità civili e militari operanti nel territorio, delle confraternite cittadine e di un popolo raccolto e devoto, affascinato dalla bellezza del rito e dalla maestà del Sacramento.
Il Santissimo Sacramento ha attraversato il cuore del centro storico della cittadina normanna, portato in processione tra le vie profumate da un tappeto di petali di fiori e ornate dai tradizionali balconi adornati con coperte finemente ricamate. Accompagnata dalle note solenni della Banda musicale “Città di Cefalù”, la processione è stata un inno visibile al mistero della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, “vero cibo e vera bevanda” (Gv 6,55), come ci ricorda il Vangelo di Giovanni.
A tal proposito, durante la sua omelia, il vescovo Giuseppe ha sottolineato che: “l’Eucaristia è il sacramento dell’unità, che siamo chiamati a celebrare fino a che Egli venga. L’Eucaristia, pane vivo disceso dal cielo, è il pane degli angeli, il pane dei pellegrini, il vero pane dei figli: è il pane che alimenta la nostra anima. Così come gli angeli si nutrono della presenza divina, anche noi ci nutriamo della presenza eucaristica. È il pane che sostiene il nostro cammino di pellegrini di speranza, verso la pienezza. E così, dinanzi a tutte le circostanze belle e buone della vita, ma anche nei momenti di prova, noi camminiamo con lo sguardo rivolto sempre all’Eucaristia, al rendimento di grazie. Ed è questo che ci fa, certamente, pellegrini di speranza”.
“Siamo chiamati a trasmettere quanto abbiamo ricevuto, – ha aggiunto il vescovo – e cioè che la gratitudine è la sorgente della gratuità. Gratuità che, a sua volta, è l’alveo della generosità. Solo se siamo in grado di rendere grazie per tutto ciò che abbiamo ricevuto. E che cos’è, carissimi fratelli e sorelle, che non abbiamo ricevuto? Basta pensare al dono della vita. Non l’abbiamo chiesto: ci è stato dato. Il dono dell’esistenza, il dono della vita. Basta questo per rendere grazie continuamente. E allora, se noi siamo abituati a rendere grazie per ogni cosa, se pratichiamo la gratitudine, siamo in grado di essere generosi. Siamo in grado di donare gratuitamente”.
Significativa, la benedizione del mare, affidata al parroco della Basilica Cattedrale, don Francesco Lo Bianco, davanti ad un altare splendidamente allestito dalle Suore Collegine. Un gesto, carico di significato affonda le radici nella tradizione della Chiesa locale e vuole invocare la protezione divina sul mare, sui pescatori, su quanti vivono e lavorano in questo spazio vitale per la città.
Nel rientro in Cattedrale, la comunità si è raccolta per la solenne Preghiera Eucaristica e la benedizione finale, momento di intensa contemplazione e rendimento di grazie con la città che ha rinnovato così la sua fedeltà all’Eucaristia, cuore pulsante della Chiesa, sorgente inesauribile di speranza.
Giacomo Sapienza
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