Con la morte di Papa Francesco, la Chiesa si trova ora a vivere un momento di grande riflessione e raccoglimento. Come sempre accade in queste circostanze, lo sguardo dei fedeli e dei media si rivolge inevitabilmente al prossimo conclave, alla scelta del nuovo Pontefice che guiderà la Chiesa nel prossimo futuro.
Non mancano le ipotesi: c’è chi parla di un conclave breve, forse facilitato da una certa convergenza tra i cardinali; altri prevedono un iter un po’ più lungo del solito, complice la complessità dei tempi e le molte sfide che attendono il successore di Francesco. Tuttavia, al di là di ogni previsione temporale e di ogni lettura politica o strategica, forse è cosa buona e giusta lasciar agire lo Spirito Santo.
Il conclave non è una semplice elezione, ma un momento di profonda comunione e discernimento spirituale. I cardinali elettori, rinchiusi nella Cappella Sistina, sono chiamati a mettersi in ascolto della volontà di Dio, a pregare, a dialogare, e ad affidarsi alla guida dello Spirito.
In questo clima di attesa e raccoglimento, è importante che anche il popolo di Dio accompagni con la preghiera questo tempo. Senza fretta, senza pronostici affrettati, ma con la consapevolezza che la Chiesa ha sempre trovato la forza di rigenerarsi nella fedeltà al Vangelo e nell’apertura all’azione dello Spirito.
Il nuovo Papa arriverà. Quando e chi sarà non è ciò che conta ora. L’essenziale è che, come sempre nella storia della Chiesa, sia la fede a guidare ogni passo, anche nel silenzio e nel mistero.
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