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Alessio Mosele: il generale dimenticato che salvò Cefalù (per poco)

Alessio Mosele: il generale dimenticato che salvò Cefalù (per poco)

Le cronache arabe, tra cui quelle di Ibn al-Athīr e Kitāb al-Kāmil fī al-Tawārīkh – offrono notizie scarne sul primo e lungo assedio che, tra l’837 e l’838, gli Aghlabidi posero a Cephaloedium (l’odierna Cefalù), allora trasferita sulla rocca e ben fortificata.

In quel periodo la conquista musulmana del thema di Sikelia, già segnato da tensioni interne e dal conflitto con Costantinopoli, era in corso da circa un decennio: Mazara (827), Agrigento (828) e Palermo (831) erano già cadute sotto il controllo islamico. Nella primavera dell’838, a rompere l’assedio di Cephaloedium – la cui resistenza costituiva un baluardo strategico a protezione delle città dell’entroterra, in particolare Castrianni (l’odierna Enna) – intervenne il generale armeno Alessio Mosele.

Inviato dall’imperatore Teofilo (829-842) a capo di un’importante contingente navale, Mosele era una delle figure più influenti a corte, insignito dei titoli di patrikios e Cesare; promesso sposo di Maria, figlia dello stesso imperatore. Il suo intervento riuscì solo a frenare per breve tempo l’avanzata musulmana; con l’arrivo dei rinforzi aghlabidi, le sue forze non furono più in grado di sostenere la difesa.

Richiamato a Costantinopoli, nell’842 fu accusato di collusione con il nemico e cospirazione contro l’imperatore: privato dei suoi titoli, torturato e incarcerato, venne poi graziato e costretto a vita monastica. Di Alessio Mosele non si seppe più nulla. Intanto, in Sicilia, la conquista musulmana riprese con rinnovato impulso.

Un secondo assedio, nell’858, segnò la definitiva caduta di Cephaloedium: l’emiro Abbas espulse gli abitanti che furono risparmiati e rase al suolo la fortezza. L’Impero tentò l’immediata riconquista del sito, ma subì una pesante sconfitta. Un anno dopo capitolò anche Castrianni. Occorsero due secoli perché un altro condottiero, Ruggero I d’Altavilla, nel 1063, riconquistasse Cefalù, ripetendo idealmente l’impresa di Alessio Mosele. Il Cesare armeno, che per un breve momento aveva difeso la città, è oggi una figura quasi dimenticata: la sua azione rimane poco nota anche agli stessi luoghi che la videro protagonista.

Valerio Di Vico Responsabile Ufficio Beni Culturali Ecclesiali – Diocesi di Cefalù

Per approfondire:

A. Vanoli, La Sicilia Musulmana, Il Mulino, Lavis, 2018.

L. Santagati, Storia dei Bizantini di Sicilia, Edizioni Lussografica, Caltanissetta, 2012..

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