In Italia il calo demografico è un dato ormai strutturale: nascite in costante diminuzione e popolazione sempre più anziana. Una tendenza che colpisce duramente il Sud, la Sicilia e in particolare le aree interne dell’isola. Una realtà che ormai sotto gli occhi di tutti, inutile nascondersi dietro un dito, che disegna una terra sempre più fragile, con campagne che si svuotano e città che crescono in maniera disordinata.
Chi può invertire questa rotta? La risposta è chiara: la politica, perchè quando vuole, può effettivamente fare la differenza. E proprio in questi giorni un segnale concreto arriva da una nuova iniziativa: il network nazionale di amministratori cattolici “Rete di Trieste”, nato in occasione della Settimana Sociale dei Cattolici, che ha messo radici anche in Sicilia. Si tratta di una rete che unisce sindaci, assessori, consiglieri e parlamentari di diversi orientamenti, accomunati dai valori della dottrina sociale della Chiesa, un luogo di confronto su grandi temi: partecipazione, welfare, ecologia, aree interne, come avevamo già annunciato nel nostro articolo. Un passo importante poichè come si legge nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa: “Finalità immediata della dottrina sociale è quella di proporre i principi e i valori che possono sorreggere una società degna dell’uomo. Tra questi principi, quello della solidarietà in qualche misura comprende tutti gli altri: esso costituisce uno dei principi basilari della concezione cristiana dell’organizzazione sociale e politica”.
A salutare con favore l’iniziativa, il nostro vescovo di Cefalù S.E.R. monsignor Giuseppe Marciante, nonché Delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per i Problemi Sociali, il Lavoro, la Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato, il quale ha voluto rivolgere un messaggio diretto ai partecipanti: “Saluto tutti i partecipanti al raduno di amministratori e di coloro che, provenienti dal mondo cattolico, sono impegnati in politica e perciò traggono ispirazione dalla dottrina sociale della Chiesa. Ho seguito con interesse l’esperienza della ‘Rete’ durante la Settimana Sociale dei Cattolici a Trieste. Mi auguro che tale incontro segni l’inizio di un nuovo protagonismo dei cattolici nella vita politica. La nostra amata Repubblica, nata con il forte contributo del mondo cattolico, dopo la stagione del collateralismo tra la Chiesa e il partito dei cattolici, ha bisogno del fermento evangelico per riportare la persona umana al centro della vita politica del Paese. Pongo alla vostra attenzione, tra le tante criticità della nostra Regione, quella purtroppo ignorata dall’agenda della politica regionale e nazionale: lo spopolamento dei nostri paesi e, in modo particolare, delle aree interne. Si assiste con indifferenza da troppo tempo al declino di molte Comunità dell’isola: si prevede poi una sorta di eutanasia assistita che sottrae sempre più servizi essenziali alla vita dei più fragili. Mi auguro che il vostro incontro apra prospettive di speranza per il futuro delle nuove generazioni. Vi auguro – conclude – un buon lavoro e vi assicuro la mia preghiera”.
Parole forti, che fotografano una crisi profonda. Lo sappiamo molto bene infatti, tanti giovani hanno lasciato la Sicilia, abbandonando le campagne, le famiglie, le proprie radici. Un’emigrazione che spesso supera i confini nazionali, diventando definitiva, quindi non solo di spostamento, ma una vera e propria perdita, e questo non può essere tollerabile, come ha spesso sottolineato il vescovo Giuseppe.
Tutti dovrebbero poter vivere e costruire il proprio futuro nella terra d’origine. È forse giunto il momento di smettere di “accompagnare” i territori al declino, come se fosse inevitabile, semmai bisogna invertire la rotta, e bisogna farlo subito, questo è il compito della politica. Ma anche dei cittadini, dei cattolici impegnati nella vita pubblica, chiamati – come ha ricordato mons. Marciante – a servire il bene comune con responsabilità e fede, mettendo la persona al centro delle scelte.
Giovanni Azzara